L’INSIDIA DEI CERTIFICATI ENERGETICI – COSA NON FARE
Avrai già sentito ampiamente parlare di certificati energetici se hai un immobile o stai per acquistarlo, infatti sia se compri un immobile, oppure lo vendi od affitti, devi avere un certificato energetico che attribuisca in dati e lettere una classe di prestazione energetica al tuo immobile.
Avrai anche sentito ampiamente parlare del futuro tragico che spetterebbe al valore degli immobili in classe G ed F in particolare, come anche di molte notizie di speranza ed iniziativa, da parte di Associazioni, Partiti e quant’altro, come se stessero effettivamente riuscendo a fare da deterrente a questa tendenza futura, tutta europea, in verità già decisa e pure perentoria…
Hai visto com’è andata a finire con le automobili sino alle Euro 5 e per i diesel? Ci si aspettava proroghe, ravvedimenti, sembrava impossibile ed invece sempre più Comuni d’Italia una mattina si svegliano e addirittura anticipano i tempi! Proprio così un suv Euro 6 diesel inquina di più in termini di polveri sottili e di Co2 di un panda Euro 4 diesel, così anche altre tipologie di mezzi sino a quelli ibridi ed elettrici, eppure, il sistema ti mette al palo, mentre, diciamocelo, i politici, anche di spicco, fanno finta di essere contrari, ma poi nelle loro scrivanie accettano e portano avanti tutto.
Entra nell’ottica che nel 2030 il tuo immobile verrà messo al palo e nel 2027 inizierà il tartassamento mediatico volto a metterti l’ansia in anticipo. Non fare assolutamente ora lavori di prestazione energetica, ammenoché tu non stia comprando or ora un immobile da ristrutturare; il motivo per cui in qualità di esperta del settore immobiliare affermo questo, ovvero di aspettare, è perché ho motivo di pensare che sicuramente cambieranno i parametri/metodi per calcolare le prestazioni energetiche. Il mio consiglio è considerare la spesa, iniziare ad informarsi e poi ridursi quasi all’ultimo, quindi trascorrere questo tempo a cominciare ad esplorare metodi e materiali che possano andare bene al tuo immobile (in particolare dentro), per la sua prestazione. Non dobbiamo pensare di sapere, ora, cosa servirà poi per soddisfare dei requisiti energetici nel 2030, secondo eventuali nuovi software e dati per emettere le certificazioni, oltremodo le condizioni del caseggiato potrebbero essere a tal punto inefficienti da compromettere la prestazione del tuo immobile anche con molti accorgimenti e questo oggi non può ancora essere compreso e calcolato sino in fondo.
Se da una parte l’obiettivo sarà far spendere alla singola unità abitativa, dall’altra potrebbe essere quello di puntare al pesce più grosso ancora, ovvero, l’edificio, mettendo mano a tutto il mondo delle caldaie condominiali. Se il mio condominio, di questi tempi mettesse all’ordine del giorno il cambio della caldaia di fatto io mi opporrei, perché il gas potrebbe non essere il futuro, oppure il condominio per una prestanza energetica superiore potrebbe, magari se non grande, optare già per valutare soluzioni alternative ed innovative, considerati i dubbi sul gas.
Con il 110% il sistema creò una macchina imperfetta di Bonus per cappotti termici, difficile pensare che si ritornerebbe a parlare facilmente di interventi in facciata (considerato che i cappotti possono essere anche interni senza problemi di vincoli ed ostacoli in facciata tipici ad esempio dei palazzi d’epoca e degli edifici tutto poggioli), mentre invece, ci sarebbe da chiedersi quando prenderanno di mira tutto il sistema del riscaldamento centralizzato.
In conclusione, rivolgendomi in particolare a chi ha una abitazione medio ben tenuta ma non neo-ristrutturata, la abita e se la vuole tenere ma solo per qualche anno, consiglio, ancor prima di decidere che opere effettuare in casa per un isolamento termico, interfacciarsi con il condominio sul tema riscaldamento centralizzato, per arrivare al 2027-2030 con una soluzione di riscaldamento condominiale che non abbatta la classe energetica di ogni singola unità immobiliare.
Luglio 2025, Sara Janecek