QUANTO VARRA’ IL TUO IMMOBILE A GENOVA NEL 2040?
Bella domanda, vediamo come faccio a ipotizzarlo e come riesco a spingermi così in là. Prima di tutto, se hai tiktok non mancare di seguire i miei video con tutte le mie riflessioni critiche, in qualità di professionista del settore immobiliare, ti basterà cercare agentekmzero.
Sono Sara Janecek e fra qualifiche, attività, esperienza, impegno, coinvolgimenti e visibilità mediatica come opinionista ed esperta, posso certamente dirti che la mia specialità, in quel della mia città, ovvero Genova, è senza ombra di dubbio l’estimo immobiliare, potrai trovare molte informazioni e referenze che mi riguardano su internet e sui social.
Ma non è tutto, se mi spingo ad esprimere una previsione a distanza di circa 15 anni é perché il mio livello di osservazione, conoscenza specifica della materia e del territorio, non per ultimo e necessariamente, la mia perspicacia, mi permettono di avanzare opinioni, ed in questo caso, una fra le più probabili e realistiche ipotesi.
Premetto, che io ho compravenduto la mia prima casa nel 2013 e poi nel 2023, quindi credo nell’importanza della prima casa, prima di tutto come valore basato sull’appartenenza, la famiglia, la cultura e la “tranquillità”. La prima casa non deve per forza essere un buon investimento, ma sicuramente la migliore soluzione per farci vivere bene e vicino a dove abbiamo i nostri maggiori interessi.
Nei miei social ho potuto osservare che il genovese medio, ha un’atteggiamento realista-pessimista nei confronti della situazione immobiliare, ha in linea di massima, una visione critica del futuro, quindi parliamone…
FONTI
L’attacco alla proprietà immobiliare trova riscontro in fonti ed evidenze molto chiare ed attendibili, ne feci già un parziale elenco, con tutti i link, in un articolo che potrei non finire mai di aggiornare -> la fine della proprietà diffusa
La proprietà immobiliare non dovrà più semplicemente essere alla portata di molti (attualmente circa ed oltre il 70% degli Italiani è proprietario), ma un beneficio ed un lusso per pochi soggetti e per le società/multinazionali. I motivi per cui questo possa risultare congeniale ai mercati finanziari (meglio direi i maggiori players), ai “nuovi” obiettivi geopolitici e a tutta la politica “ambientale”, non è tema che possiamo di certo affrontare in questo articolo, sta di fatto che attaccare la diffusione della proprietà immobiliare in Italia, significhi essenzialmente volersi impadronire di una grande ricchezza, e per farlo, mettere in ginocchio la classe media, ovvero la classe, di fatto conservatrice, che mantiene la stabilità culturale economica e sociale del nostro paese, rappresentando la maggioranza.
Compreso questo, si potrà arrivare facilmente a intuire il perché, a questo giro, a fronte di una ridotta richiesta di immobili (che si attesta per ora, all’inizio del 2024 intorno al -30% -40% per plurimi motivi che non riguardano assolutamente solo i mutui non vantaggiosi) non corrisponderà una riduzione dei prezzi, fatto salvo il colpo di grazia ai quartieri problematici.
Se gli Stati non sono più l’espressione della voce del loro popolo, sono a tutti gli effetti come delle società private (non c’è da stupirsi) e le società private operano e vanno avanti con dei business plan molto precisi, operando secondo profitto; inteso ciò, si potrà capire, almeno in parte, perché vengano fatte e si perseverino, delle scelte basate sui numeri piuttosto che sulle persone.
Per comprendere cosa sta accadendo e cosa potrà accadere, si deve quindi entrare nella logica dell’arbitrio e dei mercati finanziari, che sono la prospettiva del futuro, un futuro corrotto e deviato dal suo percorso naturale. Al capitalismo e al consumismo non verrà concesso di implodere e rigenerarsi gradualmente, apprendendo dai suoi errori.
Per comprendere quello che scriverò, bisogna entrare nell’ottica che ora non siamo propriamente dentro un ciclo storico, ma più precisamente dentro una fase intensa di corruzione della ciclicità storica.
Mi spiego meglio. Seppure la storia offra panorami di guerre, colpi di scena, periodi di pace e cambiamenti, tali avvenivano in tempi “naturali”, fra “uomini” per conquistare territori e per necessità per di più primordiali, nessuno aveva un potere così grande da poter cambiare il corso della storia, decidere per tutti e manipolare tutti. Finché fu così, la storia avanzò a cicli pressochè simili, prendendosi molto tempo fra un cambiamento e l’altro, ciò ci permetteva anche, almeno sino a qualche anno fa, di prevedere cali e riprese, imparare dalla storia, quindi di studiare dai grafici e grazie ai precedenti, come un’economia si potesse riprendere, ad esempio, da una recessione e, in quanto tempo.
Nessun ragionamento oggi e, nulla di quello che sta accadendo ora e accadrà, può trovare risposta nel passato e nello studio, è come se fossimo di fronte a un colpo di stato globale operato da chi ha un potere soprannaturale (internet), quindi non ci rimane che raccogliere i segnali e comporre il mosaico.
GENOVA
Secondo l’agenda 2030, che è un vero business plan palesato dagli Stati Europei, si devono raggiungere con le buone o con le cattive degli obiettivi, a sto giro, in nome dell’ambiente (e non è, che non sia stato palesato anche, che siamo in troppi nel mondo), per cui a partire dal 2030 sino al 2040 si tratterà semplicemente di consolidare i risultati. Un po’ come dirvi che in verità vi sto facendo una previsione a 5 anni.
Genova che ci si creda o meno, nel 2040 sarà a tutti gli effetti una città Stato, è già impostata in questo senso, è già stata scelta per rappresentare questo modello, quindi avremo un centro ricco e in linea di massima abbastanza sicuro, ma di fatto per pochi e per i turisti e delle periferie pericolose e/o disagiate o peggio ancora, povere. La casa, varrà sulla base di dov’è e delle sue prestazioni energetiche e, se nei quartieri di interesse e/o a ridosso della costa; in tal caso manterranno il loro prezzo, definibile alto considerato il potere d’acquisto del cittadino medio, ma ci potranno anche essere aumenti ben oltre il 5% in alcuni casi, altrove invece, potranno arrivare a non valere anche assolutamente niente (salvo le alture ben servite con risorse di acqua e terreno agricolo).
Per assolutamente niente, mi riferisco a immobili che la gente non compra neanche se regalati, pur non essendo ruderi su colline, ma anzi immobili abitabili e agibili. Di questi immobili ne è sempre più pieno il mercato.
Il futuro, è fondamentalmente uno scenario americano e paradossalmente medievale, basato su un forte divario fra la ricchezza e la povertà, e questo sarà oltremodo evidente, se non verrà dimezzata la popolazione, cosa improbabile però (riusciranno solo a diminuirla ma non a dimezzarla). Questa è una proiezione a 15 anni che potrà essere diversa a mio parare solo a fronte di due tragedie: guerra/attacco in loco e/o – seppure molto improbabili a Genova, perché dovremo essere sventolati come modello sperimentale di reset ben riuscito – crollo dell’euro/fuoriuscita della Germania o della Francia dall’unione monetaria.
Gennaio 2024